Il Parco Regionale dell’Olivo di Venafro è stato inserito nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici del Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali. Gli Oliveti di Venafro, infatti sono i più decantati al mondo nell’età classica e pertanto il luogo è ritenuto, assieme alla biblica Taybeh-Efraim e al Monte degli Ulivi di Gerusalemme, il luogo più importante dell’olivicoltura storica mediterranea.
Il territorio del Parco Regionale è stato inserito nel prestigioso REGISTRO NAZIONALE DEI PAESAGGI RURALI STORICI, con Decreto n. 6419 del 20 febbraio 2018 del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali.
DAL CENTRO STORICO PER TUTTE LE DIREZIONI…
Il primo tratto della mulattiera comunale Venafro – Conca Casale, che costeggia i resti delle mura romane, anche poligonali (poste proprio all’ingresso) si divide in due direzioni alternative.
* DIREZIONE GIARDINO DEI PATRIARCHI D’ITALIA a sinistra. (Facile – Tempo di percorrenza, con soste, a partire dalla Piazza dell’Annunziata, 40 min.) Il percorso pianeggiante e pedemontano. Lo scenario paesaggistico è dominato da la “Torricella”, a picco su un imponente dente di roccia, avamposto di guardia medioevale che in epoca longobarda, intorno all’anno 1000 d.C. assunse un ruolo importante di controllo sulla Piana di Venafro. Attraverso olivi secolari e oliveti con terrazzamenti a secco ben tenuti, con scorci di oliveti storici si arriva al Giardino degli Olivi Patriarchi d’Italia. E’ l’unica area del genere presente in Italia.
Essendo una vera banca del genoma dell’antica olivicoltura italiana che raccoglie venti essenze riprodotte per innesto, gemelle degli olivi più vetusti d’Italia, una per Regione. Questo luogo è un’aula didattica all’aperto, dove è possibile immergersi nella storia e nelle leggende legate a questi olivi e osservare e scoprire la Mappa di Comunità del Parco Regionale dell’Olivo di Venafro, dove sono impressi oltre 2000 anni di storia del territorio.
Il luogo ha anche valenza paesaggistica, in quanto si domina il profilo di Santa Croce con la Torricella, avamposto di vedetta medievale e i resti delle Mura romane che si continuano nel profilo del Centro storico di Venafro, connotato dal Castello e dai campanili delle Chiese dell’Annunziata e di Cristo. Dal luogo si scende e dopo poche decine di metri si raggiunge la Cattedrale e il suo piazzale.
DIREZIONE TORRICELLA a destra (Difficoltà media – Tempo di percorrenza partire dalla Piazza dell’Annunziata, 1 ora e 20 minuti)
A destra, invece, il percorso si inerpica sulla costa di Monte Santa Croce, con i suoi boschi primevi e gli affioramenti di roccia calcarea, frequentati da diverse specie di rapaci. Sovrastante il percorso è la “Torricella”, avamposto di guardia medievale.
Siamo su una mulattiera che sale con un certo impegno per 1100 metri per ricongiungersi all’altra mulattiera chi si inerpica dalla Cattedrale tra oliveti e terrazzamenti.
Su questi tracciati che fino agli anni ’50 rappresentavano l’unico mezzo di Comunicazione con Conca Casale si spostavano famiglie intere utilizzando muli e asini, per commerci e soprattutto per la raccolta delle olive. La raccolta veniva praticata a mano, utilizzando scale alte sei metri e aiutandosi con rami a uncino nella parte terminale per abbassare i rami. Durante le giornate invernali più difficili, in cui le famiglie non riuscivano a risalire in paese, i contadini si fermavano a dormire nei campi, nelle cosiddette “Masserie” (casotti in pietra), ancora presenti. I proprietari con molte piante di olivo, non riuscendo ad adempiere da soli a tutta la raccolta, si rivolgevano a figure come i “sanzani” i quali si occupavano della trattiva tra i proprietari e gli operai-raccoglitori. Essi stimavano le olive e stabilivano le porzioni. Al proprietario andavano i ¾ del raccolto mentre ai raccoglitori il restante ¼. Per stabilire la quantità di olive raccolte ci si basava sui “tomoli” e sui “mezzetti” (antiche unità di misura; la prima misurava la superficie agraria, la seconda misurava sia il terreno che le derrate alimentari).
Una volta raggiunta l’intersezione tra le due mulattiere si sale ancora per trovare dopo un centinaio di metri, sulla destra, il sentiero per la Torricella.
Questa faceva parte di un complesso sistema di avvistamento e di controllo della pianura del Volturno. Tracce consistenti di murature antiche, probabilmente del I secolo avanti Cristo, dimostrano che la cinta muraria romana arrivava fino a quel punto per girare attorno allo spuntone roccioso, per raggiungere un’altro punto (dove passa l’acquedotto moderno sopra Montevergine) che il Cotugno nel XIX secolo chiamava la “Torricella scarrupata”.
Probabilmente solo in epoca longobarda, intorno al mille, la Torricella acquisì una forma organica adatta anche ad ospitare per lungo tempo gli uomini destinati alla sua utilizzazione, quale avamposto e vedetta sulla Valle del Volturno.
DIREZIONE RITORNO ATTRAVERSO LA STRADA DEL CAMPAGLIONE (Difficoltà media – Tempo di percorrenza partire dalla Piazza dell’Annunziata, 1 ora e 20 minuti)
Una volta raggiunta l’intersezione tra le due mulattiere si sale ancora per trovare dopo 200 metri la Strada Comunale del Campaglione. Si ridiscende attraverso oliveti, aree picnic, cisterne romane, costeggiando le Mura ciclopiche e il Giardino degli olivi Patriarchi, per arrivare alla Concattedrale.
DIREZIONE CONCA CASALE (Difficile – 2 ore e 30 partendo dalla masseria Del Prete)
Una volta raggiunta l’intersezione tra le due mulattiere si sale ancora per trovare dopo 200 metri la Strada Comunale del Campaglione. Di qui a destra si sale lungo la strada per raggiungere la Masseria Del Prete. Masseria Del Prete è raggiungibile in auto. Da qui, dopo un percorso impegnativo e paesaggistico si si giunge alla “montagna spaccata”, in località Portella, uno stretto passaggio scavato nella roccia che permette di scollinare il pendio. In questo punto, lungo il percorso, è possibile ammirare una madonnina in maiolica risalente al ‘700, oltre ad una rappresentazione dell’Inferno. Continuando il tragitto si arriva dapprima al passo di “Santa Domenica” dove si trovano i ruderi di una chiesa medioevale di cui si ricorda l’intitolazione all’omonima Santa.
Il sentiero ha in diversi punti fondo “zeppato”, risalente al Medioevo, il che testimonia antichi pellegrinaggi. La veduta spazia nel cuore del Parco Regionale dell’Olivo, tra falesie e boschi primevi.
VISITE GUIDATE
Per l’organizzazione delle visite contattare la Prof.ssa Rosaria Mascio, cell. 348 8045194, mail: rosaria.mascio@yahoo.it. Le visite guidata prevedono un costo minimo di 40,00€, variabile in base al numero dei partecipanti, maggiorate in caso di degustazioni. I fondi devoluti alla Fondazione Mario Lepore Onlus sono destinati alla manutenzione dei sentieri.
DEGUSTAZIONI
Sono a base di olio sopraffino del Parco prodotto da Aziende che operano nel Parco, che organizzano piccoli corsi finalizzati a cogliere i dati sensoriali di alta qualità. Al semplice pane e olio e possibile degustare i caratteristici “biscotti” all’olio di Venafro, la squisita insalata venafrana, formaggi derivati da ovini che pascolano nel Parco. Le degustazioni possono essere organizzate presso la Mostra del Paesaggio rurale storico di Palazzo Liberty a Venafro, oppure presso le aree picnic del Parco.
CONSIGLI PER LE VISITE
I periodi migliori per le visite sono le stagioni autunnale, invernale e primaverile. L’estate è sconsigliabile per le alte temperature causate dal riverbero di calore del suolo.
Si utilizzi abbigliamento escursionistico adatto, evitando di avvicinarsi ai muri a secco dove nel periodo estivo non è raro incrociare la Vipera Aspis. L’accensione dei fuochi e il campeggio non sono permessi, ne tanto meno l’uso di mezzi motorizzati al di fuori delle carrozzabili esistenti.
!!! ATTENZIONE !!!: i sentieri che si dipartono dal Centro storico o dalle Noci sono in buona parte pedemontani con aree soprastanti ad alto rischio idrogeologico. Possono manifestarsi, non di rado, con frane o distacchi di materiale lapideo ponendo ad alti rischi i visitatori. Si consiglia, pertanto, l’accompagnamento di guide e di evitare assolutamente questi sentieri dopo abbondanti periodi pioggia e dopo escursioni termiche di solito successivi a nevicate.
DEGUSTARE IL CELEBERRIMO OLIO DI VENAFRO
VISITARE VENAFRO, CITTA’ D’ARTE
I paesaggi rurali storici costituiscono una testimonianza del corretto rapporto tra uomo e ambiente da non disperdere. Aiuta la Fondazione Mario Lepore nella manutenzione dei sentieri e nella ricostruzione dei muri a secco.
Fai una donazione alla Fondazione Mario Lepore Onlus sul Conto Corrente bancario dedicato n. IBAN IT92K0538778130000003039901
Dona il 5X1000, segnalando al tuo commercialista il C.F.90045700946
www.fondazionemariolepore.it – www.parcodellolivodivenafro.eu